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LXII.

ad un architetto.


Per tempio arso e distrutto
     Erostrato è famoso:
     Tu il se’ qual lui per tempio or or costrutto.


LXIII.


Sta con un libro in man, per far la dotta,
     Alla finestra tutto giorno Isotta:
     Quel le cadde una volta, e fu trovato;
     Ma non era nè scritto, nè stampato.


LXIV.


Di gettar gravi pietre senza novero
     Deucalion già lasso,
     Volle provar se il sovero
     I portenti operasse anch’ei del sasso:
     Gittonne un picciol tronco, e in sull’istante
     Il primo ne sortì leggier galante.