Pagina:Enriques - Problemi della scienza, 1906.djvu/150

136 capitolo iii

gresso della Scienza, cui codesti principii soccorrono, vale ogni giorno più a confermarli e a renderli determinati.


§ 33. Il postulato di continuità e la rappresentazione psicologica delle cause: come e perchè.

Ora è importante notare come il principio di continuità risponda all’aspetto psicologico delle rappresentazioni di sostanza e di causa.

Ci riferiremo in ispecie a quest’ultima, riprendendo dunque in esame il nesso fra un antecedente ed un conseguente riguardati come causa ed effetto, sotto il punto di vista psicologico.

Tale questione, in cui si concentrano tanti sforzi delle speculazioni metafisiche, sembra invece negletta dai positivisti, in parte a cagione del senso trascendentale che si è preteso attribuirle, colla domanda di una causa prima o assoluta o incondizionata o efficiente.

Il suo significato ed il suo interesse risultano chiari nel progresso scientifico, dove si osservi che:

1) Nella Scienza non tutte le spiegazioni causali vengono tenute come di ugual valore; in talune si ravvisa soltanto una risposta alla domanda «come il fenomeno possa prodursi», in altre si scorge di più (ben inteso relativamente) un «perchè» del fenomeno stesso.
2) Il valore diverso di codeste spiegazioni causali può essere positivamente apprezzato, nei riguardi dello scopo conoscitivo, dalle più ampie previsioni contenute nella conoscenza del «perchè», soprattutto in rapporto alle possibili variazioni degli elementi che entrano a costituire la causa.

Ecco un semplice esempio:

Si batta una placca di rame con un martello; il rame si riscalda. Con ciò si è detto come il rame possa venire riscaldato.

Ma perchè si riscalda? viene chiesto ad un fisico aderente alla teoria meccanica del calore.

Egli risponde: Il calore è uno stato di vibrazione delle particelle di un corpo, il movimento del martello subitamente arrestato dal rame si trasmette per l’urto alle particelle di questo, le quali cominciano quindi a vibrare.

Una tale spiegazione non pretende certo di assegnare un ultimo perchè delle cose; essa riduce la domanda posta ad un’altra, che rimane senza risposta: «perchè il movimento si trasmette nell’urto?» Ma appunto nella riduzione ottenuta consiste il motivo della soddisfazione intellettuale che vi si connette; ed a questa fa riscontro una più estesa conoscenza dei modi di riscaldamento del corpo con mezzi meccanici.

La Scienza che non esige mai una risposta definitiva alle sue domande, si appaga provvisoriamente di simili «perchè», salvo a proseguirne la serie illimitata, e vi trova sempre un analogo vantaggio.