Pagina:Eneide (Caro).djvu/576

[720-744] libro xi. 535

720Venir volando, che la reggia tutta
E tutta la città pose in tumulto,
Annunzïando che dal tosco fiume
Già mosso de’ Troiani e de’ Tirreni
Se ne venía l’essercito in battaglia
725In vèr Laurento; e che di génti e d’armi
Si vedean piene le campagne e i colli.
     Gli animi incontinente si turbaro;
Sgomentossene il volgo: ai valorosi
S’acceser l’ire. Trepidando ognuno
730Discorrea per le strade; arme fremea
La gioventù; dolenti e lagrimosi
I padri discordando, e chi per Turno
Sentendo e chi per Drance, avean tra loro
Vari bisbigli. E tutto il corpo insieme
735Facea de la città tale un trambusto,
E tal ne l’aura unitamente un suono,
Qual è se spaventata esce d’un bosco
Torma di rochi augelli, o qual talora
Da le pescose rive di Padusa
740Van per gli stagni schiamazzando a schiere
Turbati i cigni. In tale occasïone
Gridava Turno: Or questo è, Padri, il tempo
Di sedere a consiglio: or consigliate
Agiatamente: aggiate sopra tutto


[447-460]