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torni; sono sibili o canti di passeggeri che ripetono, rincasando, la melodia udita poco prima a teatro.

Finalmente il più piccolo dei due sciolse la lingua e disse:

— Che le fosse capitato qualche contrattempo?

— Ma! Possibile! A quest’ora dovrebbe essere già qui!

— Ma perchè poi tu, invece di accompagnarla fuori di casa sua, sei venuto qui con me ad aspettarla? Non bastavo io, qui?

— Ho pensato che laggiù a casa di lei io non ci avevo più nulla a fare, e dovevo lasciarmi vedere il meno possibile.

Costui parlava con voce arrochita e cavernosa, di quelle voci che a Firenze si chiamano da becero e a Milano da forlinna.

— La chiave dello sportello l’avevo io continuò - e non credevo che ne aveste due, e allora ho detto, dissi, è meglio che mi porti la sul posto; così quando la carrozza arriverà, io avrò preparato aperto l’adito, ella scenderà