Pagina:Elogio funebre di Carlo Felice I di Savoia (Marongiu Nurra).djvu/23

 
 
23


assunto. Egli si deve in parte al generoso cuore di Carlo Felice, che conobbe in tempo l’altezza de’ pensieri, la vastità della mente, la sagacità dell’ingegno, e, quel che in lui ha di splendido, la pendenza benefica pel vero merito dei Sardi. Prese il gran Re non mediocre cura di sì nobile Genio, ed ei corrispose fedelissimo alle concepite speranze, che riprendono anche oggi tanto più valida forza, quanto è maggiore il suo impegno di rendersi immortale alla patria.

Rispetto poi alle arti, e specialmente a quella della pittura, nessuno ignora che s’apriva in Roma una scuola per alcuni giovani Sardi, dalla quale sortiron dei Genj sublimi, che avvicinavan l’esattezza dei Classici: così del pari alla bella Torino si spedivan degli allievi regnicoli affine d’apparare l’arte di tessere i panni, di lavorare a perfezione il ferro, e costrurre alcune macchine di legno utilissime sì per l’agricultura che per qualunque altro uopo. Ma le cure sovrane si dilatano assai più quando trattasi di felicitare un Regno, la cui popolazione scemava sempre con tanto maggior sensibilità, quanto più impedito era il traffico tra i remoti abitatori dell’Isola. Ed eccomi giunto a quel passo, pel quale la be-