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possono avere sette prigioni, una per provincia; e che il pane del prigioniero è d’altronde meno caro all’Aya che in una capitale.

Sua Altezza Guglielmo, che non aveva, a quelle che pareva, i mezzi di alimentare Van Baerle all’Aya lo recluse in prigione a vita nella fortezza di Loevestein ben presso a Dordrecht, ma ahimè! ben troppo lontano; benchè Loevestein, dicono i geografi, sia situato alla punta dell’isola, la quale in faccia a Gorcum formano il Wahal e la Mosa.

Van Baerle sapeva molto ben la storia del suo paese per non ignorare che il celebre Grozio era stato recluso in quel castello dopo la morte di Barneveldt, e che li Stati nella loro generosità verso il celebre pubblicista, giureconsulto, istorico, poeta, teologo, avegli accordato la somma di ventiquattro soldi di Olanda al giorno pel suo mantenimento.

— Io che sono ben lontano da valere quanto Grozio, diceva a se stesso Van Baerle, mi si daranno dodici soldi al più, e vivrò malamente, ma pure vivrò.

Poi a un tratto colpito da una ricordanza terribile:

— Ah! sclamò Cornelio, quel paese è umido e nebbioso! quel terreno è cattivo pe’ tulipani! E di più Rosa non sarà a Loevestein, mormorò lasciandosi cadere sul petto la testa, che poco era mancato che non gli cadesse più basso.