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vostra chiesa. E dette queste parole chiamò il Fulla, e disse: Va a Filippo di mess. Alamanno, e se tu puoi fare mercato del suo podere insino a fiorini quattrocento d’oro, e se pure meglio non puoi, non lasciare per insino a fiorino CCCCL d’oro, e tè il fiorino e il danaio di Dio1. Partito il Fulla e andato per fare il detto mercato, mess. Giovanni disse al prete così (prima facendosi promettere, che di cosa che egli dicesse, niente mai ad alcuna persona direbbe): Egli è vero che Bonaccorso ha una buona partita di miei danari, ed anche glie n’è per pervenir molti più: io gli scriverò che paghi i danari di questo podere, se avere si potrà per lo pregio predetto. E poi soggiunse: Quando mi partii da Firenze Bonaccorso mi diede per ispese fiorini XX d’oro, e credendo che mi bastassero non dissi che pochi

  1. Danaio di Dio era quello che si pagava di tutte le vendite e compere per la edificazione della nuova chiesa di S. Reparata, che ne fa menzione il Villani (Borghini).