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RISOLUZIONE XXII.


    In legge si ambo, decima, Ulpiano
Nel dotto titol de compensatione,
Vuol che dolus cum dolo a salva mano
Può compensarsi con discrezione,
Onde se con mancargli un atto strano
Usò con quegli fuor d’ogni ragione,
Ricevendo da lui si buone notti,
Nunquam tenetur falsi, dice il Scotti.


RISOLUZIONE XXIII.


     Vuole questo Ulpian per la sua legge,
Inter artifices de solutione,
Ove chiaro si pondera e si legge,
Ch’ivi si tratta de industria personæ:
Ma il giusto impedimento la coregge
Per l’altra de pollicitatione,
Che col titolo sic comincia il testo,
Sicche il frate non dee perder per questo.


RISOLUZIONE XXIV.


     In legge prima de justitia et jure,
Jus naturæ, paragrapho, vuol Baldo,
Che primi motus homini naturæ
Non sono in suo poter quand’egli è caldo:
Il primo furor fà ch’egli non cure
D’eser tenuto peccator ribaldo:
Onde spinto costui dai primi moti
Accusar non si può degl’altri ignoti.