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II.

Letteratura.

Fino al XVIII secolo il centro della coltura russa era in Kijev, nel seno della specie piccolo russa, ma dopo che Pietro il Grande preceduto e aiutato nelle sue tendenze riformatrici dagli allievi dell’Accademia di Kijev, che, dell’antica scuola, organizzò nel 1631 il metropolitano (greco-russo) Pietro Mohila (1597-1647) studente a Parigi, patriota russo e pubblicista del suo tempo — ha aperto un’altra più immediata «finestra fra la Russia Grande e l’Europa Occidentale» fondando Pietroburgo, le città capitali Pietroburgo e Mosca, nella Russia Grande, divennero i centri assorbenti di quasi tutta la coltura nel nuovo Impero di tutte le Russie. Perciò la lingua letteraria russa, che cominciò a formarsi nei paesi meridionali da una mescolanza della lingua così chiamata slavo-clericale col dialetto russo meridionale, dopo il XVIII secolo s’accostò sempre più al dialetto della Russia grande, al quale essa si avvicinò negli ultimi decennii tanto più, in quanto il progresso delle idee nazionali e democratiche aumenta l’importanza delle masse popolari agli occhi delle classi superiori delia società. Ma lo stesso progresso delle simpatie popolari e delle idee democratiche nel nostro secolo ha chiamato di nuovo in una nuova forma alla vita letteraria il dialetto popolare piccolo-russo e ha prodotto in Russia una letteratura nel dialetto rustico della Russia meridionale o d’Ukraina. Questo movimento letterario chiamato spesso nella stampa russa l’ukrainofilismo, e nella stampa polacca — generalmente ostile a tal movimento — la hlopomania (mania verso i servi, chlopi — pronuncia hlopi), ha alcune analogie col movimento brettone e provenzale in Francia, catalano in Ispagna, fiammingo (vlaamsche beweging) in Belgio e Francia, gallesiano in Inghilterra ecc. Come tutti i movimenti fondati sulle idee nazio-