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capitolo lviii 517


Rimasero maravigliati questi uomini sì della figura come del discorso di don Chisciotte, senza poter comprendere neppure la metà di quello ch’egli volesse dire. Finirono di mangiare, caricarono le loro immagini e licenziandosi da don Chisciotte proseguirono il loro viaggio. Sancio mostravasi stupefatto, come se non avesse mai conosciuto il suo padrone, parendogli che non potesse darsi al mondo nè istorico, nè istoria che non fossero sulle ugne e nella memoria di don Chisciotte, e così prese a dirgli: — Certamente, signor padron mio, che se questa che oggi ci è successa si può chiamare ventura, essa è stata delle più blande e delle più quiete che abbiamo avute in tutto il tempo del nostro pellegrinaggio. Ne siamo usciti fuori senza bastonate e senza spaventi, non abbiamo cacciato mano alle spade, non abbiamo battuta la terra stramazzando coi nostri corpi, e non siamo rimasti per niente affamati; sia ringraziato Iddio che ci ha concesso un bene che sarà di buono augurio. — Dici bene, o Sancio, soggiunse don Chisciotte: devi però avvertire che tutti i tempi non sono a un modo, nè corrono sempre di una stessa foggia; e quelli che voi, o gente volgare, chiamate augurii senzachè si fondino sopra alcuna ragione naturale, gli uomini savii giudicano che altra cosa non sieno fuorchè buoni avvenimenti. Uno di questi vostri dagli augurii si alza il mattino, esce di casa e incontra un frate del beato e serafico ordine di san Francesco, ed ecco che come se avesse incontrato un corvo, volta le spalle e torna subito a casa. Un altro è a tavola, e gli si versa il sale, ed ecco che gli si diffonde la malinconia pel cuore, come se la natura avesse disposto di dare segni delle future calamità con cose sì inconcludenti. L’uomo prudente e cristiano non ha da indagare le disposizioni del cielo in queste sciocche fissazioni. Quando Scipione giunse in Africa, saltò fuori dalla nave, inciampò e cadde; i suoi soldati ebbero la caduta per malaugurio, ma egli, abbracciando quel terreno, disse: Tu, o Africa, non mi scapperai più dalle mani, poichè sì ti tengo stretta e abbracciata. Ora dunque, Sancio mio, persisti tu a credere che le figure di questa mattina fossero di buon augurio? — Io lo credo fermamente, disse Sancio, e vorrei che vossignoria mi dicesse per quale motivo quando vogliono dare qualche battaglia, invocando san don Diego Ammazza-mori, dicono: Santiago e serra Spagna. La Spagna è forse aperta in modo che occorra serrarla? Che cerimonia è questa? — Tu sei pure il semplicione, o Sancio, rispose don Chisciotte. Sappi che Dio ha concesso alle Spagne per protettore e patrono quel gran cavaliere dalla croce rossa che la salvò nei conflitti fra gli Spagnuoli ed i Mori; e quindi è invo-