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capitolo lv 499


Lo lasciò don Chisciotte, e recossi al castello, dove narrò ai duchi l’avvenimento di Sancio Panza, del che stupirono non poco quantunque giudicassero ch’egli fosse caduto in una delle molte aperture che aveva quella grotta qua e là da lunghissimo tempo. Fecero portar subito e funi e canapi, e mercè l’opera di molta gente, e non senza grande fatica, cavarono fuori dalle tenebre l’asino e Sancio Panza, a cui parve un miracolo di rivedere la luce del giorno. Uno studente che ivi per caso trovavasi, veduto Sancio, disse: — Tutti i pessimi governatori meritano di essere cacciali via e di uscire dai loro governi siccom’esce per appunto questo tapino dal profondo dell’abisso, morto di fame, scolorito, ed a quanto ne giudico, senza un maravedis.„ Lo udì Sancio, e rispose: — Fratello mormoratore, sono otto o dieci giorni ch’entrai a governar l’isola che mi affidarono, nei quali giorni non mi vidi un’ora satollo di pane, non che di altro. I medici mi hanno perse-