Pagina:Dodici monologhi di Gandolin.djvu/91


il veterano al congresso 85

villa fioccano le palle. Il capitano Bovi è ferito a un braccio. A me, una palla di rimbalzo in faccia come una staffilata. Un ufficiale mi grida: — Tenente, è ferito. — Ma che! xe sangue che me esse dal naso! E tutti gli occhi fissavano la torretta di Villa Patrizi. Là deve apparire il segnale dell’assalto. Eccolo, è la nostra, bandiera! — Su, figliuoli, alla breccia! Non guardo se mi seguono, se mi precedono; non sento più nè il maggiore, nè il capitano, nè un accidente! Su di corsa fra i rottami, fra le baionette. — Ci siamo! Avanti! Avanti! Savoia!

Un boia di uno zuavo mi tira una baionettata.!... Gli levo il fucile, l’agguanto per il collo e ci rotoliamo giù! Un altro mi salta addosso con la daga. Arriva il maggiore Pagliari e gli spacca la testa. Mi volto: — Grazie, maggiore! — Di nulla, — dice lui, e una palla lo piglia qui e lo butta giù....

Eh! diventiamo jene, tigri, leoni, e ci buttiamo sui nemici che scappano, urlando, noi di furore e loro di spavento.... Quando, fermi, chi è?... bandiera bianca! Ah! noi ci siamo e ci resteremo! Entrai