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lis sagii tee in Àpdttinit tempio, qua* fiUum Trojae* futtt. tordo (a) die e che Torio era situato dove al preteme, è Terranova „ Terram novamvulgus appellai, quasi Thurium movurn inier Cratim et Sybarim. Ovidio (6) fa menzione di questa antichissima citta, e di altre si- tuate nelle vicine contrade.

Tkurinosqae sinus Temesaque et Japyges atva Vixque pererratis, qytae spectant littora tetris Jnvenit JEsarti fatalia fluminitota. Virgilio lc)j> e Strabone. (d) lo fanno fondatore di Petilia.

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56 Flora. OVidio (e) dice che Plora era u*Ja; ninfa abitatrice delie isole fortunate, oggidì appellate Cana- li©, neir Oceano Atlantico, la quale crasi addetta alla coltura di qualche giardino, e perchè il vento saffi*»* oooperaya aUa vegetazione deUe piante ed allo sribippo de 1 fiori 7 caci oggetti delle di lei ouce, 4j*indi è che la poetica imaginazione ne fece due sposi.

Lattanzio (f) dice che la Dea Flora de 1 Romani tea in origine una ricca meretrice di questo nome, o coma alt li credono, la stessa Acxa-Laurentia, che ytreva al tempo di Anco*Marzio, la quale colle sue prostitu- zioni ammasso grandi ricchezze, e morendo, lasciò saa erede il popolo Romano, a condizione 'che dovesse ce- lebrare ogni anno una festa nella ricorrenza dal «u*

(a) Ub. v cap. vii [b\ Met. Ub XF.

(c) Mneid. ni.

(d) ttbé iv.

(e) Fast. v. (fj Div. fast. Ub. i. Cap. xx.