Pagina:Dizionario mitologico ad uso di giovanetti.djvu/115


99

domande, che le si farebbero. Innamoratasi del bel Narciso, lo seguì lungo tempo, ma vedendosi disprezzata, ritirossi nei boschi, e non abitò più che le grotte e le rupi. Consumata dal dolore e dal rammarico, non le rimase finalmente che la voce.

Ecuba, moglie di Priamo, figlia di Dima, o come altri dicono, di Cisseo, re di Tracia. Ebbe cinquanta figli che quasi tutti perirono sotto gli occhi della loro madre durante l'assedio, e dopo la rovina di Troja. Nella divisione delle schiave, ella toccò ad Ulisse, che la cercò lungo tempo senza trovarla. Finalmente la sorprese tra le tombe de' suoi figli, e ne fece la sua schiava, ciò che formò il colmo del suo infortunio; perché ella aveva veduto questo principe supplichevole a suoi piedi, allorché sorpreso a Troja, travestito, come spia de' Greci, la pregò di sottrarlo ad una morte certa. Prima di partire, inghiottì le ceneri di suo figlio Ettore, per involarle agl'insulti de' suoi nimici. Il suo dolore nel vedere immolare sua figlia Polissena sulla tomba di Achille, e di trovar suo figlio Polidoro ucciso a tradimento da Polinnestore, cui lo aveva affidato, fu sì grande che per disperazione si cavò gli occhi; indi vomitando mille inprecazioni contro i Greci, fu trasformata in cagna. Riempì la Tracia di orribili latrati, che mossero a compassione non solamente i Greci, ma la stessa Giunone, la più crudele nemica de’ Trojani. Al tempo di Strabone osservavasi nella Tracia il luogo della sua sepoltura nominata la tomba del cane, sia a cagion della sua metamorfosi, sia per alludere alla sua dura condizione di essersi ridotta a dover stare incatenata come un cane alla porta di Agamennone. Altri credono che Ulisse l'avesse fatta morire. Le tradizioni