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libro primo 61

tanari, dove non è alcuna civiltà, che in quelli che sono usi a vivere nelle città, dove la civiltà è corrotta; ed uno scultore trarrà più facilmente una bella statua da un marmo rozzo, che da uno male abbozzato d’altrui. Considerato adunque tutto, conchiudo che la Religione introdotta da Numa fu tra le prime cagioni della felicità di quella città, perchè quella causò buoni ordini, i buoni ordini fanno buona fortuna, e dalla buona fortuna nacquero i felici successi delle imprese. E come la osservanza del culto Divino è cagione della grandezza delle Repubbliche, così il dispregio di quello è cagione della rovina di esse. Perchè dove manca il timore di Dio, conviene che o quel Regno rovini, o che sia sostenuto dal timore d’un Principe, che supplisca a’ difetti della Religione. E perchè i Principi sono di corta vita, conviene che quel Regno manchi presto, secondo che manca la virtù d’esso. Donde nasce, che i Regni, i quali dipendono solo dalla virtù d’un uomo, sono poco durabili; perchè quella virtù manca con la vita di quello, e rade volte accade che la sia rinfrescata con la successione, come prudentemente Dante dice:

Rade volte discende per li rami
L’umana probitate, e questo vuole
Quel che la dà, perchè da lui si chiami.

Non è adunque la salute d’una Repubblica o d’un Regno avere un Principe che prudentemente go-