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Visconti, di una medaglia con profilo di donna dalle sigle B. L., e di altra consimile in bianco marmo con un cavaliero irrompente contro nemici da lui atterrati, la qual ultima vedesi presso la scala d’accesso alla torre, le altre medaglie d’arenaria incluse nell’edificio a scopo ornamentale furono eseguite verso la metà del XIX secolo e sono tolte dai calchi fatti alla Certosa di Pavia dalla Ditta Pierotti-Perabò dei duchi e delle duchesse di Casa Visconti e degli Sforza.

Ed ora, venendo a discorrere di altra lastra tombale che trovasi disposta sotto una specie di edicoletta posticcia costruita da frammenti disparati, a pochi passi appena da quella del De Guzman, abbiamo sott’occhi in essa un esemplare cospicuo dell’arte nostrana del principio del XIV secolo, mirabile non solo per le sculture ad altorilievo di cui va fregiata, ma altresì per la bellezza e nitidezza dei caratteri epigrafici in puro gotico dell’iscrizione (Vedasi l’annessa tavola, che comprende anche le due statuette del Busti e il medaglione testè citato).

È un frontale d’avello, delle dimensioni di m. 2.20 di lunghezza per un’altezza di cent. 80, in cui vedonsi scolpiti con alto magistero e a tutto rilievo la Vergine col divino infante in braccio, fra Sant’Agostino a sinistra e San Marco a destra, il qual ultimo le presenta il tumulato vestito in abito talare e colle mani divotamente giunte in atto di supplicazione.

Grande è la perizia dello scalpello negli abiti vescovili di Sant’Agostino e in quelli a larghe pieghe dell’apostolo San Marco, i cui nomi appajono scritti in gotico sull’orlo superiore, ed anche nell’atteggiamento della Vergine e del Bambino e più nei visi di questi diversi personaggi vi è un forte sapore di realismo e pregi grandi di sentimento. La devozione ed una confidente aspettazione traspirano veramente dalle fattezze dei defunto ginocchioni, di cui sappiamo, dall’iscrizione gotica che leggesi sui lato destro, che morì nel 1310, e che era giusto e pio e largo di soccorsi ai bisognosi i quali sostentava non solo, ma colmava di elemosine.

Questo frontale d’avello è pertanto disposto nei modo grafico e coll’iscrizione seguente: