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Si tratta dunque di un nobile De Cordes morto a Milano di vajuolo di ritorno dal Giubileo del 1650 indetto da Papa Innocenzo X, come è pure di altro nobile straniero, certo Giovan Enrico De Elven l’altra lapide funeraria di Desio delle dimensioni di cent. 50 di larghezza per un’altezza di m. 1.35 che ha pure varianti colla epigrafe riprodotta colla erronea data del 1622 nella Raccolta Forcella Vol. I, N. 633, come dal testo che segue.

D. O. M.

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Ascrivibile presumibilmente alla Chiesa di San Nazaro Maggiore essa pure per la vicinanza col gruppo delle altre tre lapidi testè riportate, piuttostochè a disperso marmo della chiesuola di San Nazaro c Celso alla Barona, fuori di Porta Ticinese, ed in ogni modo epigrafe non compresa nella Raccolta Forcella nè trascritta fin qui dagli autori milanesi, e come tale di maggior interesse storico, è la iscrizione del 1624 che segue su lastra di marmo