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Il pallio è diviso in tre scomparti coi Santi Giorgio e Vittore, designati in caratteri gotici nei due lati estremi e nel mezzo la scena tipica di siffatti sarcofagi del defunto presentato alla Vergine col bambino in grembo da Santa Caterina d’Alessandria, contraddistinta dalla ruota de! martirio.

Che poi il tumulato fosse un guerriero, lo indica chiaramente il lucco che lo ricopre con larga cintura al disopra da cui pende il pugnale al fianco, e il vedersi ai lari i due santi guerrieri per eccellenza, di San Giorgio in atto di trapassare colla lancia il temuto drago, e di San Vittore con larga bandiera tripartita nella mano destra; ma niuna traccia assolutamente del nome suo e della provenienza almeno di questa bell’arca del XIV secolo.

L’egual scena di San Giorgio che uccide il mostro, questa volta alla presenza della vergine . da lui liberata, la quale sta poco lungi ginocchioni, la scorgiamo pure a Desio in un frammento di lastrone ornamentale in pietra amfibolica di color azzurrino, cui pare si colleghi altro lastrone con un putto fra due draghi d’un bel carattere del Rinascimento. Anche per tali sculture nessun dato di riferimento benchè nel bassorilievo di San Giorgio si abbiano sott’occhi due stemmi con fascia a fusi accostati e drago alato in cimiero, quale hanno i Foscarini di Venezia, ed era assegnato nell’antica araldica milanese alla poco nota famiglia dei Capizucchi, e, con qualche variante, agli Osio.

Due volte vediamo invece ripetuto lo scudo dei Mandelli coi tre leoni passanti, in questi rilievi marmorei, e solo in uno di essi foggiato con qualche ricercatezza a forma di quadrilobo con fiorami ai quattro lati ed un mostro dalle lunghe orecchie tese e dalla bocca spalancata al disopra dell’elmo pentolare, vediamo inscritte le iniziali di P. E. che accennerebbero al nome di un Pietro Mandelli.

Ritenuto che la stirpe patrizia dei Mandelli, fregiata del distintivo dei tre leoni d’Inghilterra, oltre le tombe di Santa Maria della Passione, aveva un marmo con pomposa iscrizione al disopra della porta dei SS. Cosma e Damiano, la qual chiesa fu poi adibita ad uso di teatro dei Filodrammatici, e sorgeva un giorno