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Quegli abitanti sono tutti ritirati nel centro della città.

Alcuni proiettili caddero al palazzo Spada, piazza Farnese, ed una racchetta cadde ad una finestra murata, dentro l’atrio del palazzo della Cancelleria ed altra a Tor de’ Specchi.

Una palla di cannone prese la facciata di S. Pantaleo, e tre o quattro racchette e palle presero il palazzo di Braschi, ma sempre con poco danno degli edifizi e nessuno degli individui1.

Una palla poi, di grosso calibro, urtò la sommità della facciata di S. Andrea della Valle e cadde presso la spezieria Peretti. In essa si leggeva inciso: — Pio IX ai suoi amatissimi....

L’Assemblea, non ostante, si riunì al solito nella Cancelleria alle ore 12 meridiane. Colà si udiva un continuo fischiar di palle e di razzi che certamente erano lanciate con tutto studio per quella direzione; ma cadevano poco lungi.

I deputati e gli impiegati erano al loro posto, e l’intrepidezza dei deputati, in mezzo a tanto pericolo, era mirabile.

Nulla si parlò di guerra. Si trattò l’ordine del giorno sul progetto del Ministro delle Finanze per l’emissione di altri quattro milioni di boni della Repubblica, e della Costituzione.

II cannoneggiamento non fu quasi mai interrotto da ambo le parti.


  1. Il Rusconi, (op. cit., II, pag. 113), parla di danni arrecati ai quadri, tra i quali fu l’Aurora di Guido Reni, che è nel palazzo Rospigliosi.