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logia del suo operato1; la lite venne condotta avanti ai giudici ed il Valadier riportò vittoria completa. Decisamente però il nostro architetto era molto sfortunato in costruzioni teatrali: quattro anni dopo, nel di 26 agosto, cadde fragorosamente il velario dell’anfiteatro Correa, apportando la morte ad un povero muratore e varie contusioni ad altri due; il velario era opera del Valadier. Poche ore più tardi, quella caduta avrebbe cagionato una carneficina, atteso il concorso che doveva esservi per la giostra, ma lo spettacolo non si tenne più in quel giorno. Anche questa volta s’innalzò gran rumore ed a lui venne data tutta la colpa, sebbene tutti sapessero che da più giorni era in letto malato. Il Papa stesso, volendo infliggere un pena ai colpevoli del disastro, colpì il Valadier in primo luogo con una multa di mille scudi.

La vittoria riportata nella lite per la caduta dell’arco del palcoscenico del Valle, veniva così ad essere offuscata dalla condanna riportata per la caduta del velario del Correa.


L'incendio della Basilica di S. Paolo.


La notte del 15 luglio 1823 resterà per sempre nefasta nella storia dell’arte; un terribile incendio, sviluppatosi per ragioni non bene precisate, pose termine in poche ore all’esistenza dell’antichissima Basilica di S. Paolo. I chierici, i sacerdoti ed i domestici, che in quel tempo si trovavano nell’annesso monastero, dopo che i due stagnari, che in quel giorno avevano lavorato sul tetto della grande navata, ebbero interrotto il lavoro, ritornandosene a Roma, s’erano ritirati nelle proprie camere, senza che il minimo timore di disgrazia li tenesse agitati, ed avevano preso riposo. Verso quattr’ore di notte (mezzanotte) mentre più profondo era il sonno dei poveri addormentati, un forte picchiare alla porta ed un gridare ed un chiamare alto ed insistente fece precipitare dal letto i pochi inquilini del Monastero di S. Paolo

  1. Vedi Giuseppe Valadier agli amatori del vero. — Sull’improvvisa caduta di un arco del palcoscenico del Teatro Valle di Roma. — 1821.