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non abbiam dubitato nel dichiararla più che atta ad avere un ecceliente sistema di strade ferrate, in ben intesa rete di esse concertato.

Considerata inoltre più particolarmente l’attuale e futura presunta condizione de’ traffici già esposta, quella abbiam pur dichiarata col tempo dover riuscire ottima per ogni rispetto.

Considerate, in fine, le presenti necessità dell’Italia, non abbiamo parimenti tralasciato di predicare per essa urgente ed indispensabile un pronto ordinamento delle sue vie ferrate; — fatale, pericoloso, sommamente dannoso qualunque indugio a ciò fare; — una rovinosa segregazione, poterne infatti derivare dagli altri Stati della Penisola, come da quelli che sono oltre l’Alpi ed il mare; — doversi a qualunque costo scansare un tal danno; — averne i varii governi italiani il debito, come l’interesse più evidente; — non potersi, conoscendo le ottime intenzioni e l’illuminato criterio loro, temere ch’essi vogliano quindi ricusare ai propri sudditi un tàl beneficio, conscii, come pur sono, del paterno preallegato mandato ricevuto dalla Provvidenza di reggere i popoli in guisa che ne derivi il ben inteso progresso loro, epperò la vera prosperità pubblica.

Però, se le strade ferrate si giudicarono e predicarono da noi non solo utilissime, ma d’una urgente ed ineluttabile necessità, cui preme di soddisfare: la nostra imparzialità richiedeva che non si tacesse d’alcuni abusi e pericoli cui l’ordinamento di esse può porgere occasione, vogliam dire specialmente l’introduzione dell’aggiotaggio quando l’impresa di quelle vie concedesi a private società.

Quindi, mentre ogni nostro studio fu diretto a consigliare le strade ferrate più convenienti a ciascun Stato della Penisola, non abbiamo pretermesso le ripetute necessarie avvertenze tendenti a prevenire l’abuso sopr’accennato; e là dove per mala ventura e per errore de’ governi esso già riuscì a penetrar nello Stato, col dovuto rispetto ai governi medesimi, cui per dovere, come per istinto ci professiam riverenti, non abbiamo esitato però ad avvertirli del mal passo nel quale già inciamparono, od ancora son prosami a cadere, consigliando contemporaneamente gli oppor-