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se alcuni cittadini doviziosi di Milano e Venezia chedero un lodevolissimo esempio col sottoscrivere per un numero ragguardevole d’esse; però il maggior numero degli abitanti, anche facoltosissimi, non partecipò a tale atto di entusiasmo patrio, e si tenne per tal modo freddamente lontano dal concorrere alla speculazione, che sopra 50,000 azioni spacciate, appena 3,000 ora restano, come ci venne assicurato, a mani di abitanti il regno Lombardo-Veneto, mentre le altre tutte sono a mani di speculatori viennesi, o delle varie borse della Germania.

Ancora; ci è noto che per una grandissima parte delle azioni vendute dapprima nelle province lombardo-venete, quando anni sono, prima che il governo benefico intervenisse col provvido affidamento dato, mercè del quale sostenne la cadente impresa, i soscrittori, vedendo queste così periclitante, e fatto quasi nullo il valore al corso delle dette azioni, tralasciarono di corrispondere le rate d’acconto richieste, attalchè moltissime furono quelle perente, che si dovettero restituire in tempo, onde non vedere il più gran numero delle azioni originarie cessare d’esistere, col dubbio di trovar poi altri acquisitori delle nuove che sarebbe stato necessario creare.

Ci è noto del pari, che emanata la provvidissima determinazione sovrana preallegata, la quale fece risorgere impresa col renderne possibile e sicura l’esecuzione, tornate in pregio le azioni, restituite in tempo quelle perente, cresciuto il valore al corso (prima caduto a nessun prezzo quasi) fino al 130 per % cioè con un premio del 30 per %; moltissimi degli azionisti delle province preallegate approfittarono di quel momento di buona fortuna per esitare le azioni loto, le quali nello scarsissimo indicato numero restarono in Italia, e sono ora a mani pella maggiore parte degli speculatori viennesi preallegati.

Sappiamo che il maggior numero di cotestoro, più occupato forse di liquidare i propri fondi, realizzando il benefido possibile ad ottenersi, che di veder poi la strada realmente fatta, tolto argomento dalla lentezza in cui procedono i lavori, nella tratta lombarda specialmente, dove non si seppe imitare l’alacrità spiegata sulla tratta veneta, nella quale più inoltrate sono le