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non fondate speculazioni dell’aggiotaggio, le quali, avvisando soltanto a servirsi de’ progetti di strade per pretesto alle speculazioni suddette, nemmen per sogno pensano poi alla reale esecuzione di esse.1

Per procedere con orbine in cotesto assunto più generale, cominciamo dal farci un’idea più sommaria della rete di strade ferrate italica; colla scorta delle proposte gii accolte od ancora da accogliere.

E siccome quando ci avviene di rinvenire in quelli cbe ci han preceduto nell’assunto idee alle nostre conformi all’incirca, per meglio esporle non esitiamo a servirei delle parole istesse de’ chiarissimi autori che primi le accennarono, così ci prevalghiamo di nuovo del già citato opuscolo del signor avvocato Monti; ed ecco l’indicazione che esso ci dà alle pagine 30 a 34 della rete italica da esso ideata. 2

  1. Assai bene pingeva l’aggiotaggio l’egregio nostro amico il Venerando abbate Raffaello Lambruschini, quando nell’elogio di quell’ottimo Italiano che fu Lapo de’ Ricci (Giornale agrario toscano, vol. XVIII, pag. 262), parlandò de’ mutati usi commerciali, diceva: «Io intendo dire i capitali posseduti da chi non partecipa e non vede il lavoro; i capitali condotti al grado d’essere rappresentati da simboli, di divenire perciò mobilissimi, e viaggiando pellegrini, promuovere ingannevoli commerci, e destar male arti. e gettar fortune e sciagure con la fallacia e la crudele cecità dei giuochi di sorte; — quindi le torme di faccendoni e di trappolieri che scendono come avvoltoi affamati nelle logge de’ mercanti, ribattezzate, con barbarismo espressivo del nome di borse, e là s’avventano sugli schietti e fiduciati negoziatori, come su preparata preda, e gli spogliano prima del danaro, poi di quello che del danaro è assai più prezioso, della fede negli uomini». «Aiutiamo quindi i benemeriti promotori di queste grandiose opere (le strade ferrate), dice opportunamente in un giudizioso articolo degli Annali di Statistica del marzo 1845 Jacopo Pezzato, acciò abbia luogo ai più presto il comune accordo degli Stati italiani, ed intanto teniamoci oculati e guardinghi, onde non iscambiare la creazione delle strade ferrate, colla creazione di quegli istromenti che, sotto il nome di esse, servono unicamente ad impegnare un traffico pericoloso».
  2. Vedi Studio topografico intorno alla più breve congiunzione stradaie fra i due mari nell’alta Italia, mercè un varco esistente nel tronco settentrionale dell’Appennino. — Memoria dell’avvocato Carlo Monti. — Un opuscolo in 8.°, Bologna, tipi governativi. — Alla Volpe, 1845.