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CAPITOLO III.


Strade ferrate già decretate ed in corso d'esecuzione da Trieste a Vienna d'Austria ed al regno Lombardo-Veneto.


Trieste, modesto borgo or ha poco più d'un secolo, fatto già di presente ricchissimo emporio del commercio europeo, credesi per le strade ferrate esso pure chiamato ad un’ancora crescente prosperità. Nè per la risorgente fortuna dell’antica Vinegia ci sembra correre alcun pericolo quello scalo, come vollero insinuare alcuni gretti pensatori.

Le rispettive speculazioni cui possono, attendere i due scali, veneto, e triestino, ci paiono infatti così distinte, che, lungi dal nuocersi l’un l'altro, debbono a vicenda giovarsi, con facilitare le relazioni che dall'Oriente per l’alta e bassa Italia alla settentrionale Germania ed alle province slave possono viepiù avviarsi, mercè del più facile scambio dei reciproci prodotti.

La Strada Ferdinandea Lombardo-Veneta, che mette a Venezia, e la breve tratta marittima che separa i due porti, superata colle navi a vapore in poche ore, assicurano all’emporio triestino più facili, più sicure e men costose relazioni tra i suoi trafficanti e quelli dell'alta, come della bassa Italia e del Levante.

La strada poi ora in costruzione, entro a pochi anni compiuta, fra Trieste e Vienna d’Austria, promette al detto porto una gran somma di relazioni, commerciali dirette non solo con tutta la Germania, cui le altre strade austriache porgono facile accesso, ma ben anche colle province slave anzidette, mercè delle altre vie ferrate boeme, ungare e polacche, dal governo austriaco fatte costrutte per conto proprio o concedute a società private con un'alacrità ed un ardire illuminato veramente lodevole.

Posto così in immediata e diretta relazione cogli empori più ragguardevoli che giacciono sul mare del Nord, e colla grande arteria germanica del Danubio, chiamata essa pure a così, attive future relazioni coll'Oriente, il porto di Trieste si vedrà fatto