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notte 59

Spesso dell’urne in sen Torrida face
Di morte osserva $ degli estinti 1 nome
Legge, dà peso il] a lor polve, è in mezzo
Alle tombe vagar fa suo diletto v; t v
Questo regno sì tetro, ove la morte
Assisi è in mezzo alle mine, all’uomo
Offre uri placido asilo in cui sovente ’
1/ alma spaziar dovrìai, lasciando il corso
Libero al suo pensier- L’aria clae in quesW
KLegnq si beve, è’ salutare al. vero f
Air orgoglio è mortala Con franco piede
V’entri l’anima mia. Ricerchi in esso ~
le consolanti ideé di cai sui globo’
Tanto abb sogna l’uom. Libri tranquilla x
Il vivere, il morire Ardilca in faccia
Mirar la morte, è cori orgoglio altero 1
Sue gramaglie spi ezzando 9 ali’ urna accanto
I>eir alme generose abbia la palma ;fe,
Ah possa al m §n da 1 mali miei trar frutte
E fonte di piacer rcnrferéf il pianto ì •
Sorgi, Lorenzo, andiam, leggiamo insieme
Quel freddo sasso 4 che Narcisi* accoglie* l
Quai nuove leggi di costume intendo!
Quanto dice quel suo muto linguaggio!
Qua! orator di questo sasso a fronte
Può* mai desta* così vivaci affetti
In un tenero cor? Atene, e Roma 1
Vider quai vasto» impero abbia sull’almef
ÌA facondia robusta; epjpur di lei,
Languidi sona i tratti in faccia a* vivi +
À 7 terribili dogmi offerti al ciglio’
Da quel" urna feral • Quai fieri detti
Vibrai! l’arabe note,’ ove scolpito
E> il giorno, in cui la fredda spoglia accolse!
Dimanda a lor se può vantar molti
Bellézza, e gioventù, ciò che diletta 5
Éd alla vita ancor l’uomo sì fida? ? v -;
In quest’urne, cb’io veggio, appena io trovo
Del miQ corporeo vel salina più antica.