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42 terza

Orna un nuovo Lisippo Oh Dio! se ancora
Neil’orror della tomba hanno i mortali
Orgoglio, e vanità, pia non sorprende
Che sian lor cibo allor che sono in vita’»
torenzo, e credi che da te sia lungi.
1/ inesorabil Morte? Il ferro atroce
Splender già le vedesti. E dove adesso
Son quell’ore, che a te paoe, diletti
Fero sperar? Nel cupo gorgo immenso
Son,.che ciò, che inghiottì, giammai rigetta.
Che vai che un lampo di fugace fama’
TV afobian lasciato nel partir, se quésto
Seguè il loro destino, e un 1 ombra informe
Ti resta sol, che ti tormenta te strazia?
Quelle, che ancor ti lascia il’fato, in folla
Vokn del tempo sovra il carro alato *,.. •
Mira come s’affretta e quai faville t,
Vihran dal ferreo cerchia ambo le ruote:
Già si dilegua, e in pochi istanti «1 suo
Ciglio si toglie il Sole, e il Kfondo intera "
Per té ritorna alla natia sua. polve. L *
Ma, per destarci dal profondo sonno
In faccia a noi dovrà di Morte il colpe*»,
Terribile cader? Dovrà ciascuno* r, * t.
Mirar un cuor che dall’altro a forza’.
Svelto da destra irata? E sovra un sasso;
Sull 7 amico fedel pianger l’amico E -it.,
Ogni stromento, che distingue l’ore Sulle
nostre pareti, esprime il nostrot
Inevitabil fato. Il suo linguaggio, •
Benché muto egli sia, così favella:, r
„ Mortai, del regno tuo tocchi da meta r
„ E se dura tuttor, qual ombra è. vano •
Pallida i» volte l’uóm forse patria,
Imìtator di quel superbo Assiro, ’ )
Agitato esclamar; Come? Per quale
„ Destra doj& perir? " Non porta in petto
I semi della morte, e il serpe ascoso >
Che undì l’uccida, in se no» pasce, e nutre?