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lì Leonida. Stabilite poi che si furono tutte queste genti suiristmo, primieramente interruppero la via Scironica; e poi, cosi come avevano deliberato, effettivamente innalzarono una murag:lia attraverso l’Istmo. Nella quale opera essendo impiep^ate molte miriadi di manovali, di cui nessuno restava in ozio, essa avanzava celeramente. Chi portava pietre, chi mattoni, chi pali, chi fferle piene di sabbia: e gli uomini alternandosi continuamente nel lavoro, questo non posava mai né il dì né la notte.
72. I popoli poi c!ie concorsero con tutte le loro forze alla difesa dell’Istmo, furono precisamente i seguenti: I bcedemoni, cioè, gli Arcadi, gli Elei, i Corinti, i Sicioni, gii Epidaurì, i Fliasi, i Trezenì e gli Ermionì. Questi furono quelli che in realtà si commossero dirimpetto alla fortuna pericolante dell’Eliade; laddove agli altri Peloponnesi parve che non ne importasse per niente. E si, che le feste Olimpiche e le Carnie erano già finite.
73. Sono in numero di sette i popoli, fra cui si divide
li Peloponneso. Due dei quali (che possiamo considerar
Cflme autottoni ) restano sempre fissi a quel medesimo
suolo che essi occuparono fin da principio; cioè a dire,
gii Arcadi e i Cinurì. Un altro popolo, che è l’Acheo,
senza lasciare i termini del Peloponneso, cambiò soltanto
l’antica sede per una nuova. I quattro popoli rimanenti,
infine, sono avventizi dei Peloponneso per loro origine;
6 ti distinguono in Dori, in Etolì, in Driopidi e in Lemnì.
Ai Dori appartengono molte ed illustri città della regione
peloponnesia; agli Etoli la sola città di Elide: ai Driopidi,
Ermione e Asine (posta di faccia alla laconica Cardamiie);
e i Lemni sono tutti Paroreati. I Cinuri, infine, nella loro