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71somiite Cui fatti. Ei i-ichiamavano evidentemente il regno ài Ercole

colle loro orgogliose parole; richiamavano le gesta dei Peiopidi;

rìoiiitnarano il grado tenuto uu dt da Micene e dai suoi re su tutte

U altre città e gli altri princìpi peloponnest. Oltredichè era pure

veriiiimo, che lo stabilimento dorico d’Argo, rinforzato massimamente

iÌìIIa lega argolica, aveva tenuto già il primo luogo sugli altri Stati

coalermini, e aveva raggiunto il summo del lustro e della potenza

.otto il regno gloriosissimo dì Fidooe. Ma quando Sparta, dopo essersi

iMOggettata la Messenia, dopo avere allargati i suoi confini verso

l’Arcadia, dopo vinta e collegata Tegoa, riuscì anche a strappare

all’efflDla Argo tutta la costa orientale della Laconia, oltre al distretto

<1i Cinuria; le cose cambiarono affatto d’aspetto, e il primato

lacedeoooDÌco sottentrò evidentemente all’argivo. Onde mi pare che si possa

conchindere: che il discoreo dei senatori d’Argo, riferito da Erodoto

id passo che dichiariamo, s’indirizzasse ( se cosi posso esprimermi )

piuttosto al sentimento che alla ragione dei collegati.

N. 30. irepl fiiv anovbéwv dvoicreiv è? toù? itXrtva?, itepl 6t i\’(( ♦iXObK kujXÙ€iv où6^v (§ 149).

Ckt in quanto alla condizione apposta dagli Anjivi per il loro agretto nella lega, essi (i legati di Sparta mandati in Argo) ’\rifert,iljtro al popolo: ma rispetto all’altro punto, del supremo comando delle for:e alleate Il che però non toi/lieva che, nei

■omuni consigli, non fosse concessa al re d’Argo una voce eguale " quella dei due re laredemonici.

E cosa curiosa (non puCi negarsi) che mentre gli Spartani potevano, l,tK, aver pronte altre buone ragioni da opporre alla pretensione afficcista da Argo rispetto al comando supremo dei collegati, si sieno istece contentati di metter fuori uaicamente l’obbiezione dei due re; Dolto pid che, conferendo il passo citato colla legge iacedemooica ’♦ririta al C. 75» del L. V, la obbiezione apparisce piuttosto come un pretesto che un argomento. Ma c’ó anche un’altra singolarità io liitsta risposti dei legati di Sparta alle proposti) argive. Concìossiachè <’<<,brj, che essi riguardino come una specie di concessione fatta al re <li ktgo quello equiparare il voto dei suoi rappresentanti al voto dei rsppresenlanti dei re di Sparta (sia, deve intendersi, nella dieta "tmira, sia nei consigli militari del campo coafederato). Ma questo ’n giiL un principio stabilito, un diritto riconosciuto per tutti i mem, twi della lega.

N. 31. EiTÌaTa)iai bi toooOto, órt, el nóvTe^ SvOpuinoi xdi oln^ia «otó <4 fiiao’v <juvev€(Kai€v... oCStoi ht\ oùk ’ApT^ioicri aI(Txi<’’’’a n£Tio( r|Tm § 152). j

Ka questo so molto bene: che se tutti gli uomini mettessero in I