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U Lidia e VAUacmone, confluenti e sboccanti insieme nel golfo Termeo, formavano effettivamente, ai tempi di Erodoto, come un teiiniae naluiale di divisione fra la Macedonia orientale ed occidentale. Talmentecbè il chiamare senz’altro e assolutamente, Macfdonia, la regione posta a destra del corso combinato dei detti fiumi, e Bollica la regione posta a sinistra, come fa Erodoto nel luogo che inlerpetriamo; non può spiegarsi altrimenti che come un effetto di reminiscenze storiche, e come un uso di semplici espressioni geografiche non più accor(lantÌ9Ì colla trasformazione politica del paese. Vuole, infatti, la tradizione più certa ed accreditata, che i coloni Argivi, guidati dai Temeoidi, primieramente posassero in quello stretto angolo che si forma, sulla deatra del Lidia, verso la sua confluenza coU’.Mìacmone. Là dove quei famosi culoni avrebbero poi cambiato l’antico nome in quello di Macedoni; e come Macedoni, si sarebbero primieramente allargati sulla destra del Lidia, conquistando a poco a poco i punti principali e i diversi popoli dell’^inatia, vale a dire, Edessa, Berea, la Lincestia, (a Orestia, la Etimia. Di maniera che la regione ematica, alla destra del Lidia, sarebbe stata effettivamente la prima a subire il giogo macedonico, e a trasformare l’antico nome in quello di Afacedonia. Ma la potente e prepotente dinastia dei Temenidi aveva, già prima delle guerre persiane, non solamente varcato il Lidia, e conquistata perù la Bollica; ma distendeva eziandio il suo dominio sulla Fioria, sulla Migdooia, aull» Calcide. E poco dopo la ritirata di Serse, mise anche la mano sulla Crestonia e la Bisalti^. protendendosi cosi fino alle i-ìve dello SCrìmone. ^H

N. 23. £épE»i<; bè óp^uiv Ik tt^ Q^PMI’; oOpea xà GeooaXiKà

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Serse poi, che dalla sua stanza di Terma vedeva in prospetto i

due altissimi monti tessaliri dell’Ossa e dell’Olimpo desideri) di

andare a- vedere per mare lo sbocco del Peneo. Imperocché egli era; fid sul punto di yuidare l’esercito p’r la via interna, liruro viaygio non ti trovasse.


Due erano effettivamente le strade che aprivano il passaggio d«lla Macedonia in Tessaglia. L’una che sboccava dall’Olimpo nella spiaggia Pierica, e s’introduceva poi nella vailo di Tempe oltrepassando la foce del Peneo; l’altra più occidentale (e da Erodoto chiamata qui superiore), che dall’interno della Macedonia (dalla Elimia) seguitava i monti Cambunici, e metteva finalmente in Perrebia. Ma se la prima di dette strade sarebbe riuscita effettivamente ai Persiani più comoda e più breve della seconda, non era per6 praticabile da un esercito: figuriamoci poi, da un esercito come quello di Serse. Dappoiché la via tagliata nella roccia fra il corso del Peneo e le pendici dell’Olimpo.

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