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§ 1. Della fecondità degli animali.


La facoltà che ne’ due regni organici caratterizza gli esseri dotati di individualità propria, si è quella di riprodurre la sua specie, e mantenerne sulla faccia della terra in infinita sequela le generazioni. Ogni altra manifestazione della vita può essere oscura o sospesa, e questa tutt’ora vigente, talvolta anche con particolare energia, ultima a spegnersi.

Si danno invero esseri organizzati di così semplice struttura, che si direbbero quasi destituiti di una vera organizzazione, e non presentano altri fenomeni vitali se non quelli che tendono a soddisfare questo supremo scopo della riproduzione della specie. Pel contrario è noto come alcune parti staccate dell’organismo animale possano conservare, per un tempo più o meno lungo, non solo la propria organizzazione, ma ben anche alcune proprietà vitali, e la più illudente di tutte, il moto, fino ad assumere in tal caso l’apparenza di veri individui animati indipendenti; ma prive del requisito essenziale che sopra esponemmo, non essendo nè potendo mai diventar capaci a generare, non saranno per tradurre in inganno sulla vera loro natura. Dall’esempio volgarissimo che ci presta la coda delle lucerte, che staccata dal corpo si contorce e distende con rapida vicenda anche pel lasso di un certo tempo, siamo guidati ad altri meno generalmente conosciuti e più degni di menzione, come quelli che veramente furono causa di errori. Così i corpuscoli filiformi dell’umor seminale, dotati come sono di movimento, e dell’apparente figura di un corpicino munito di coda, furono

De Filippi. Funzioni riproduttive. 1