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libro quarto 393

questa, e sessanta da quella: di qualità che secondo le nuove divisioni dei confini, la città di Nicea appartiene all’Italia, sebbene sia soggetta ai Marsigliesi: i quali a dir vero fabbrirarono le predette città contro i barbari circonvicini, acciocchè se quelli eran padroni del territorio, ad essi almeno restasse libero il mare. Perocchè quel paese è montuoso e naturalmente forte; ma presso a Marsiglia, dov’è occupato dai Salii1 s’apre uno spazio piano di mediocre grandezza: nel resto chi procede verso l’oriente trova che il paese si viene sempre più restringendo fra le montagne ed il mare, per modo che appena lascia una via da potervi passare. Questi luoghi sono occupati nel principio dai Salii, e nell’estremità poi da’ Liguri confinanti coll’Italia, e dei quali parlerassi altrove. Qui frattanto si vuole aggiungere, che sebbene Antipoli sia situata nella Gallia Narbonese, e Nicea nel territorio d’Italia, nondimeno questa è soggetta ai Marsigliesi e fa parte della loro provincia; e quella invece si conta fra le città italiane, e fu tolta ai Marsigliesi e dichiarata libera da ogni loro giurisdizione.

Dinanzi all’augusta spiaggia or ora menzionata, partendosi da Marsiglia, stanno le isole Stecadi2; tre delle quali sono ragguardevoli, e due piccole; e le coltivano i Marsigliesi. Anticamente vi stava un presidio, per impedire che vi approdassero i barbari, giacchè sono anche ben provvedute di porti. Dopo le Stecadi sono

  1. I Provenzali.
  2. Ora Isole d’Hières.