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libro terzo 355

chè poca è la loro curiosità di sapere1: e però dove i primi ci vengono meno, non possiamo raccoglier molto dagli altri per ammendarne il difetto. Perocchè come il restante, così anche i nomi più illustri, sono ellenici per la maggior parte.

Rispetto poi alla divisione generale dell’Iberia, fu già chiamata da’ nostri maggiori con questo nome tutta quella regione che è fra il Rodano e l’Istmo rinchiusa fra i golfi Galatici: ma i moderni pongono i Pirenei come limite dell’Iberia; e coll’antico nome dicono Iberia quel tratto di paese, e chiamano invece Spagna il restante al di qua dell’Ibero2. Più anticamente chiamavansi Igleti gli abitanti di questa regione che non è grande, secondochè afferma Asclepiade di Mirleo. I Romani poi denominandola tutta promiscuamente Iberia ed Ispagna la partirono in citeriore ed ulteriore; e in progresso di tempo, secondo le politiche variazioni, adottarono diversi compartimenti. Oggidì alcune delle province son assegnate al senato ed al popolo romano, altre all’imperatore; la Betica appartiene al popolo, e vi suole esser mandato un pretore con un questore e un legato. Questa provincia finisce all’oriente in vicinanza di Castalona. Il restante è tutto di Cesare, il quale vi manda due ufficiali, l’uno pretorio e l’altro consolare. Il primo,

  1. Luogo di dubbia lezione.
  2. Il Coray legge: συνωνύμως τε τὴν αὐτὴν Ἰβηρίαν λέγουσι, καὶ Ἱσπανίαν (οἱ δ´ Ἰβηρίαν) μόνην ἐκάλουν τὴν ἐντὸς τοῦ Ἴβηρος. E la chiamano promiscuamente Iberia e Spagna. Alcuni poi dicono Iberia soltanto quella al di qua dell’Ibero.