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pianure. Rispetto poi alla mole del sole, la quale sì nel tramonto come nel levarsi apparisce maggiore che altrove in vicinanza degli ampj mari, questo proviene dal sollevarsi in maggior copia i vapori dall’acqua; giacchè per essere i vapori trasparenti trasmettono i raggi visuali, e questi col rifrangersi ci fanno parere gli oggetti più grandi che non sono davvero. Così succede che se noi vediamo il sole o la luna tramontare o levarsi a traverso di una nube secca e leggiera1, ci paiono rosseggianti. E Posidonio afferma di avere scoperta questa menzogna osservando egli stesso il tramonto del sole in Gadi ove stette ben trenta giorni. E nondimeno Artemidoro asserisce che il sole al tramonto appare colà cento volte maggiore, e che la notte comincia tosto ch’esso è tramontato. Ma ch’egli abbia veduto questo fenomeno stando sul promontorio Sacro non è cosa credibile da chi ponga mente alle sue proprie parole. E veramente egli afferma che niuno può approdarvi di notte: dunque nè anche in sul tramontare del sole, se, come egli dice, la notte precipita

  1. Διὰ νὶφους ξηροῦ υχὶ λιπτοῦ. Lo Schneider suppone che il testo sia alterato; e forse (dicono gli Edit. franc.) in luogo di λεπτοὔ dovrebbe leggersi λευκοὔ, bianca; poichè una nube bianca è di necessità leggiera, procedendo la sua bianchezza dalla poca densità dei vapori. L’aggiunto di secca (ξηρού) vuole intendersi in questo modo, che quanto meno una nube è spessa, tanto meno è carica d’acqua, e perciò è più acconcia a trasmettere i raggi della luce. Non trattasi dunque di una secchezza assoluta, ma relativa, e quale è possibile immaginarla in una nube.