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ALLA GEOGRAFIA DI STRABONE 29

fetto titolo era Della ricchezza e della povertà (165). Similemente in Strabone troviamo citata un’altra opera di Eratostene Dei beni (166), più esattamente intitolata dall’alessandrino Clemente Dei beni e dei mali (167).

Quanto egli è possibile indovinare l’indole dell’anima dall’indole della narrazione, i frammenti degli scritti d’Eratostene serbatici da Strabone e da altri nel manifestano per uomo ornato di vivace e faceta fantasia. Tale è il giudizio intorno ad Omero (168). Esponendo il poeta gli errori di Ulisse in Sicilia e nelle isole vicine, dice che Eolo donò ad Ulisse un otre pieno di venti per valersene nel viaggio (169). Questa grossolana invenzione altri degl’interpreti la riferivano alla poetica libertà, ed albi molte allegorie vi vedevano espresse, per timore che da ciò non riportasse nocumento la riputazione d’Omero. Ma Eratostene, il quale considerava anche lo stesso viaggio d’Ulisse, come invenzione dell’omerica fantasia, soleva dire facetamente (170), che allora taluno, avria potuto trovare per quai luoghi viaggiasse Ulisse, quando trovasse il coiaio che cucito aveva l’otre dei venti (171).

Prima di lasciar Eratostene, è giusto ch’io il liberi da certe calunnie. Egli, come ho narrato testò, fu combattuto o giustamente o ingiustamente dai dotti suoi contemporanei, quale uomo di scarsa sapienza. Molti anche posteriormente il combatterono pe’ suoi geografici errori. Tra questi sono Ipparco, Polibio, Artemidoro, Posidonio e lo stesso Strabone. E ciò è lecito, se ha per iscopo unicamente la scoperta del vero, nò offende i riguardi che si deggiono a chi ha ignorato la verità, e