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porga questa occasione per significarlo a voi. Chi regge con tanto affetto il femminile Istituto ha desiderato che io vi parlassi oggi per dirvi, che, se l’andato anno scolastico non si chiudeva nel suo ultimo mese con la usata solennità di esami e di premi, a tutt’altra cagione se ne debbe apporre la colpa che alla volontà di chi dirige o insegna o studia. La funesta cagione voi la sapete, sì che io mi tengo dal nominarla; nè vuo’ turbare in maniera alcuna il conforto che voi provate noverando ad una ad una queste fanciulle e vedendo come, in fuori di quelle che pei forniti studi rimasero alle case loro, tutte sieno qui ritornate con la giocondità della salute sui volti, portando anzi con sè uno stuolo di novelle amiche e compagne. Ed esse per bocca mia vi promettono oggi, che anche in quest’ anno con tutto il loro potere studierannosi di riporre nell1 intelletto e nel cuore un tesoro di pensieri e di affetti; affinchè poi veggiate come apparecchinsi qui ad entrare nella vita per sostenerne con eguale animo le gioie e i dolori: ed io spero che da nessuna rea cagione saran di nuovo turbate o interrotte sul meglio le fatiche loro, anche perchè da questo colle, che si leva ridentissimo su la vostra bella città, le affettuose fanciulle, quasi come da un altare, leveranno ognidì coi primi pensieri una preghiera dolcissima a quel