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desse principio, nondimeno ancora senza la presenza del senso vede ciascuna cosa sensibile, non che il senso le giudichi egli, ma la fantasía. Vedi tu dunque come tutte le cose usano nel conoscere più tosto la facoltà loro propria, che di quelle cose che si conoscono? Nè ciò senza ragione; perchè, conciosiachè ogni giudizio stia nell’atto di colui che giudica, egli è necessario che ciascuno l’opera sua, non secondo l’altrui, ma secondo il proprio potere, compia e fornisca.


LE QUARTE RIME.

Troppo severi e troppo oscuri vegli
     Diede già quella setta
     Che dal portico fu stoica detta.
     Volean costor che nelle umane menti,
     5Quasi in puliti spegli,
     Le spezie de’ sensibili parventi
     S’imprimessero in lor non altrimenti
     Che le lettre con stil segna nel piano
     Di bianca carta ben veloce mano.
10Or, se la mente nostra per sè stessa
     Nulla giammai non opra,
     Ma sol servire altrui la mette in opra,
     Nè altro sa che, ricevendo i segni,
     Render l’immago spressa,
     15Come vetro, di che che in lei si segni,
     Ond’è ’l vigor che negli umani ingegni
     Tutte le cose insieme sol possiede?
     Qual ciascuna per sè virtute vede?
Qual facoltà le conosciute pârte?
     20Qual le partite accoglie?
     Ond’or s’innalza alle superne soglie,
     Or per contraria via nel centro scende?