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uomini, eccettuato il solo caso che con esse concorresse un discendente maschile più giovine, in pari grado. In Ispagna lo stesso principio, rispetto alla successione al trono, si fece strada assai più tardi.

Più di tutti i paesi latini, invasi dai Germani, resistette l'Italia alle costumanze e alle tradizioni dei barbari invasori. Era troppo superiore a quella di tutti gli altri popoli dominati da Roma la civiltà degli Italiani, perchè l'invasione nordica, anziché trasformarli, potesse avere altro effetto che la fusione materiale delle due razze, o a dir meglio l’assorbimento della razza inferiore in quella più educata, senza che il carattere e le secolari tradizioni italiane ne subissero fuorché poche modificazioni.

Goti e Longobardi furono infatti i soli popoli germanici che per la durata e la estensione della usurpata signoria potessero esercitare profonda influenza sulle costumanze italiane. Ma i Goti accettarono essi stessi il diritto romano, e non pensarono affatto a dar nuove leggi ai dominatori del mondo1. L'Editto di Teodorico infatti, come già osservò il Savigny2, non contiene che diritto romano, e per ciò che riguarda in particolare la famiglia e le donne, non fa che confermare le leggi romane intorno alla patria podestà, al regime dotale, alle successioni. Cacciati i Goti da Giustiniano, la legislazione di questo imperatore si diffuse anche in Italia, e assicurò per sempre le antiche tradizioni giuridiche romane, le quali, come fu dimostrato dal Savigny e da tanti altri scrittori, non solo non vi furono mai interrotte, ma furono sempre predominanti dappertutto e per tutta la durata del medio evo. Ai Goti succedettero i Longobardi, e questi veramente, nella assai più lunga

  1. Cassiodoro stesso scrisse (Var., III, 43) delectamur jure Romanorum vivere quos armis cupimus vindicare; e ib. 2: juri romano servit quidquid sociatur Italiæ.
  2. Gesch. d. R. R. im Mittelalter, II, 165.