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DELLE DONNE 219

Giuseppe Passi1, Ercole Tasso2, Giulio Cesare Capaccio3, Gio. Batt. Barbo4, Francesco Buoninsegni5, Onofrio Filiriaco6. A quasi tutti questi scrittori risposero fra gli altri il Bronzino7 e la Lucrezia Marinella8, ad Ercole Tasso rispose il cugino suo, l'immortale Torquato, in quel suo bellissimo discorso del maritarsi9, il quale può considerarsi anche oggi una delle più sapienti scritture di sociale filosofia intorno al matrimonio10. E queste

  1. Giuseppe Passi di Ravenna, Dei difetti delle donne. L. Marinella dice che il titolo di questo libro sarebbe stato meglio corretto così: Dei difetti delle donne malvagie, e che del resto l'autore fu spinto da «sdegno verso la donna amata, non dalla utilità comune» (Opera citata, p. 131). Lo stesso dice Bronzino (sett. 1a, giorn. 5a, p. 39).
  2. Ercole Tasso, Discorso, ovvero Esclamazione contro l'ammogliarsi.
  3. Giulio Cesare Capaccio, Dicerie (Diceria 39; in cui ragionò dietro l’autorità dei misogini Euripide e Simonide. Consimili idee espose in altro suo libro intitolato, Il Principe, citato dal Bronzino (giorn. 8a p. 65).
  4. Gio. Batt. Barbo, Oracolo, ovvero Invettiva contro le donne, dedicata a Pasquino Romano.
  5. Francesco Buoninsegni, Del lusso donnesco, Satira menippea (Venezia, Sarzina, 1638). L'autore dichiara in sul bel principio di avere scritto per ischerzo. Però censura a buon diritto i danni economici del lusso, l'uso dei capelli fìnti, del colorire le chiome, di portar tacchi alti. Rispose al Buoninsegni goffamente G. B. Torretti, con una Antisatira apologetica, stampata unitamente alla satira nella citata edizione. Vi rispose anche la Tarabotti Arcangela con una Antisatira contro il Lusso donnesco del signor Francesco Buoninsegni, Venezia, Valvasense, 1644, operetta citata dal Ferri (l. c. p. 360), e da lui detta rarissima; a me infatti non è riuscito vederla. Ali’ Antisatira rispose Lucido Ossideo, accademico aristocratico, con uno Scherzo geniale (Siena 1658.)
  6. Onofrio Filiriaco, Delle operationi delle donne (V. sopra p. 217, nota 3).
  7. Op. cit., settim. 1a giorn. 1, p. 31, 131; giorn. 5a, p. 33.
  8. Op. cit., p. 115, 121, e tutto il Cap. VI.
  9. V. p. 216, nota 11.
  10. V. p. 168, nota 4. Ai misogini italiani avevano dato esempio i forestieri. Tra gli altri monsignor Enrico di Nemours pubblicò nel 1428 un'opera intitolata: De la méchanceté des femmes. Che sulle traccie di questo scrittore sia andato l'italiano Ercole Tasso, lo afferma Lucrezia Marinella (Op. cit., p. 121). Più celebre di tutti i misogini tedeschi non solo, ma di ogni paese fu l’autore della dissertazione Mulieres homines non esse, pubblicata nel 1595 a Francoforte. Ne è creduto autore Valente Acidalius, il quale ne fu editore, ma vi ha chi pensa esserne egli stato solamente editore. In realtà questa dissertazione non sembra essere stata