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76 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

nell’animo di mettere novamente a soqquadro il Romano impero, Costantino scopertane la fuga trapassa anch’egli il fiume per seguirne le orme, e raggiuntili vicino ad un selvoso colle, ove pervenuti erano a corsa, ne replica la strage, avendovi Rausimodo infra gli uccisi; raccolta parimente quantità di prigioni e concessa grazia al resto, chiedentegli mercede, torna al pretorio menando seco grande caterva de’ primi.

Distribuiti costoro nelle cittadi passò a Tessalonica, e terminato il porto, mancandone per lo avanti, ordinava l’apparecchio necessario ad altra guerra contro di Licinnio. Laonde costruivansi navi di trenta remi ognuna, e da carico meglio di due mila. Apprestava di più un esercito di cenventimila pedoni e diecimila tra gente in sella e navale. Licinnio, uditone, mandando qua e là messi per le nazioni comandava leve di fanti e cavalli, e che si preparassero navi adatte alla guerra. A tale annunzio furongli di colta spedite dagli Egizj ottanta treremi, dalla Fenicia egual numero, dagli Ionii e i Dorii sessanta, dai Ciprii trenta, dalla Caria venti, dai Bitinii trenta e dagli Africani cinquanta. Avea del pari da un cencinquantamila pedoni e quindicimila cavalieri inviatigli dalla Frigia e Cappadocia. Teneasi da Costantino l’armata di mare nel Pireo e da Licinnio nell’Ellesponto. Disposto così il tutto, in riguardo alle terrestri e marittime truppe, da ambe le fazioni, Licinnio steccossi in vicinanza d’Adrianopoli della Tracia, e Costantino, fatte venire dal Pireo le sue navi, raccoltone il maggior numero in Grecia, ed inoltratosi coll’esercito da Tessalonica alla riva del fiume Ebro, il quale da sinistra bagna