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222 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

sedea, potesse un fresco montarne ed avere così destrieri atti ad ogni disagio cui esporrebbelo il tentativo dalla sua mente concepito. Di tal guisa, non destando al mirarlo ombra veruna, percorreva all’intorno i campi, e sentendosi colle sue genti in bisogno di cibo, ne andava in cerca presso de’ contadini. Avvenutosi finalmente ad assai piccolo ostello abitato da femmina di età senile dimandale permissione d’entrarvi e qualche bevanda. La donna, consentitovi graziosamente, offre loro vino e tutto quel poco di che era per caso in allora posseditrice, onde attutassero la fame, ed al calar delle tenebre il principe chiedele istantemente di passar quivi le ore notturne. Secondatone da colei il desiderio, egli, mentre stavasi là entro coricato nel luogo assegnatogli, vedevi taluno affatto silenzioso ed avente brama di tenersi occulto. Rimanendone attonito chiama la vecchierella per sapere chi si fosse colui e donde venuto. Ella rispondea nulla di ciò esserle noto; ma confessava che da quando si vulgo la voce del ritorno di Teodosio coll’esercito il forestiero trovavasi quivi di stanza, cotidianamente pagando i bisogni della vita, e quindi nel correre della giornata si raggirava fuori dell’abitazione a suo buon grado, nè prima di sera miravalo ricomparire, come da lavorio, per cibarsi e dormire nella guisa testè osservata. L’imperatore ascoltatala, ed opinando volersi chiarire gli avuti indizj, sorpreso l’ospite imponegli di appalesare chi egli siasi ma eccitatolo indarno ad aprir bocca, ripeteagli con le spade in pugno le stesse interrogazioni; se non che nulla ottenendo neppur colla forza, ordina ai cavalieri seco di punger-