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LIBRO QUARTO 221

rivo de’ nemici si fe’ esecutore del proprio supplizio pittandosi in mare, preferendo cedere il corpo anzi ad ad esso che non a fierissimi avversari.

Teodosio allora consegnò a Valentiniano tutto l’impero in addietro posseduto dal genitore, atto per verità di giustizia verso de’ suoi benemeriti. Il fior delle truppe inoltre che militato aveano col ribello scrisse ne’ proprj ruoli, ed accordò a Valentiniano il disporre degli affari spettanti all’Italia, ai Celti e ad altri del suo dominio. Il giovinetto assistito era dalla genitrice, la quale del suo meglio suppliva, donna essendo, il manco di prudenza nel figlio a motivo della tenera età sua.

Tornato in Tessalonica rinvenne, grande sconvolgimento nelle Macedoniche faccende, poichè i barbari ne’ paduli e nelle vicine selve rintanatisi, onde campare la vita, nel primo assalimento de’ Romani, al sentire Teodosio applicato alla guerra civile, non perduta l’occasione, ivano malmenando con piena libertà le fortune de’ Tessali e Macedoni. Quindi venuti in notizia della imperiale vittoria e del ritorno di Teodosio correano di nuovo là entro per novamente uscirne al primo spuntar dell’aurora e furare quanto si presentava ai loro sguardi, ritirandosi poscia ne’ consueti luoghi: per modo che destossi nell’augusto il sospetto non uomini fossersi que’ rubatori, ma spettri. Laonde nella incertezza e schivo di manifestare altrui li fatti divisamenti, pigliati seco non più di cinque cavalieri ordina loro di condurre, ciascheduno a mano, tre o quattro cavalli, acciocchè il milite, stancatosi quello sopra cui