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176 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

mierebbe con determinata somma d’oro chiunque presentassegli la testa d’un barbaro. A tali parole animatisi tutti per la speranza del guadagno, penetrano in quelle selve e paludi uccidendo quanti imbroccar possono, ed al mostrare i capi degli spenti ricevono lo stabilito guiderdone. Morto così gran numero di nemici, il resto con prieghi addimandava pace, e riportatone il sovrano consentimento si passò ad accordi per nulla disonorevoli alla maestà romana1. Imperciocchè dall’una parte e dall’altra si convenne di lasciare agli imperiali affatto salvo da molestie il possesso d’ogni bene avuto in proprio per lo addietro, e di rimanere mai sempre vietato ai barbari il valico del Reno, e lo scorrazzare le romane frontiere.

L’imperatore fermata la pace prende la via di Costantinopoli, ove, passato di questa vita il prefetto del pretorio, sustituisce Modesto nella vacante magistratura, ed ordinatevi le altre faccende corre a guerreggiare i Persiani.

Ora mentr’egli volgea sue cure ai necessarj apprestamenti contro del nemico, l’imperatore Valentiniano,

  1. Atanarico, duce supremo delle Scitiche genti, «stretto asserendosi dai più esecrandi giuri e comandi paterni a non mettere piede unquemai sopra il Romano suolo, risolversi non potea ad un’azione vile e biasimevole col passare a quell’Imperatore. Il perchè osservando le navi spinte da remeggio nel mezzo del fiume ed aventi a bordo il sovrano e giudice di quel popolo, deliberò venire unitamente a suoi ad una pace seco lui ed alleanza.» T. S.