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LIBRO PRIMO. 5

affievolito dalle continue intestine guerre, la fortuna soggettò ai Romani le reliquie d’Europa, i quali poscia spedite genti nell’Asia a guerreggiare i re del Ponto, Antioco e da ultimo i prìncipi dell’Egitto, ogni anno aumentarono, sino a che l’autorità senatoria fu in vigore, il dominio loro, gareggiando i consoli a superarsi vicendevolmente con gloriose azioni; ma posta in seguito a soqquadro la repubblica dalle guerre civili di Silla e Mario, di Cesare e Pompeo mettono in abbandono il governo degli ottimati per creare dittatore Ottaviano, e fidatone al suo arbitrio tutto il reggimento, non considerano di aver posto a ripentaglio le universali speranze, ed assoggettata la sorte di così vasta dominazione al potere ed alla cupidigia di solo un uomo. Poichè l’eletto se brama reggere con rettitudine e giustizia lo stato, non è bastevole tuttavia a compiere le molte bisogne della sua magistratura, avendocene di quelle assai lontane, cui non può speditamente provvedere, nè rinvenire tanti ministri di conformità al fattone giudizio, nè accordarci tampoco con talmente variati costumi; se poi, violando i limiti della conferitasi autorità, aspira alla tirannide, sconvolgendo le funzioni de’ suoi officiali, trascurando i delitti, col danaro acquistandosi un venale diritto, schiavi estimando i sudditi (come praticarono molti imperatori, o meglio ancora, di pochi all’infuori, tutti), il costui importabile governo per necessaria conseguenza addiverrà pubblica sciagura. Mentre gli adulatori, colmi di largizioni e di onoranze, occuperanno ì più elevati impieghi, ed i modesti e tranquilli cittadini, disamando simile tenor di