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In quel momento, la voce di Adamo risuonò sull’argine:

— Antoniooo! Reginaaa!

Il poderoso dorso di Petrin dondolò da destra a sinistra, e la frusta fischiò.

— Quel ragass, — disse il vetturino, con voce assonnata, parlando fra sè. — M’ha fatto ciappar pagura.

Antonio e Regina si divisero, ed ella arrossì nell’ombra, come un’innamorata. Il cuore le batteva forte forte, ma fra i suoi rintocchi di gioia v’erano vibrazioni di dolore.


*


Dopo cena, come la sera in cui Regina era arrivata, tutti, tranne la signora Caterina, uscirono sull’argine. Toscana e i fratelli cominciarono i soliti giuochi, le solite corse, e lasciarono indietro la sorella ed Antonio.

— Sì, — disse Regina, — mia madre ha ragione. Hai un viso! Hai avuto davvero la febbre?

Egli non rispose subito: pensava, pareva cercasse il principio di un discorso e non riuscisse a trovarlo.

— Anche tua madre, però, mi sembra patita, — disse alfine. — Che dispiacere devi averle dato. Regina!

— Io? Ma se non le ho detto mai niente!

— Proprio?

— Come, non mi credi? Ma se per scusare il tuo silenzio le dicevo appunto che tu eri malato!

— Proprio? — egli ripetè, incredulo. — Ed