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vita silvana 43


piccola amica. Io sto bene; grazie, e tu? Sei diventata ben grande. Vivi sempre in campagna?

— Sempre. E don Martino? Non l’ho ancora veduto. È qui? Oh, — esclamò sorridendo, — volete oggi visitarmi? Sto a due passi di qui. Lì, fra quegli alberi è la mia casa!

Vide Giacomo che la guardava stupefatto, pallido, tremante di nuovo al suono della sua voce, delle sue parole che non capiva, poiché ella parlava il dialetto che Azzo conosceva e parlava; e additandolo disse: — Avant’ieri ho visto questo signore, dalla montagna. È forse suo fratello, signor Azzo?

— Che dice? — domandò il pittore avanzandosi vivamente, perché capiva che la fanciulla parlava di lui.

— Dice d’averti veduto avant’ieri, dalla montagna...

L’ammirazione di Giacomo crebbe: egli non l’aveva veduta bene se non col binoccolo: essa l’aveva visto con i suoi grandi occhi, senza aiuto, e lo riconosceva.

— Non è mio fratello — disse Azzo. — È un signore che dipinge; tu sai che voglia dire dipingere?

Cicytella sorrise. Dallo sbattere frequente ed inquieto delle sue ciglia, Azzo s’accorse che Cicy-