Pagina:Deledda - Nell'azzurro, Milano, Trevisini, 1929.djvu/28

24 nell'azzurro


re. La malattia lo colse di repente, così che non gli lasciò neanche la forza di ripararsi nel villaggio.

Il giovine medico ascoltò la vocina tremula di Cicytella con somma attenzione, poi disse con premura:

— Andiamo pure.

— Oh, grazie, signor dottore!

Quando arrivarono alla capanna, zio Bastiano pareva moribondo, e la sola parola che ogni tanto mormorava era: — Cicytella, Cicytella.

Azzo l’esaminò.

— Febbre tifoidea! — disse. — Niente di grave, ma questa bimba bisogna che stia lontana.

Cicytella ebbe un lampo negli occhi e sentì sfumare dalla sua anima la gratitudine verso il giovine.

— Lontana! — gridò. — Lontana dal mio babbo? E chi lo guarderà, chi lo curerà, chi gli darà da bere e mangiare?

— Ed io non sono qui? — domandò zio Francesco.

Intanto Bastiano, porgendo la mano al sacerdote, chiedeva di confessarsi.

Cicytella, il pastore e il giovine medico lasciarono la capanna: Bastiano e il prete rimasero soli.

Azzo scrisse col lapis una ricetta e pregò zio Francesco di scendere al villaggio e comprare le me-