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— Subito subito hai disubbidito: sei più cattivo di Salvador. Come si fa?
Egli chinò la testa e ripetè fra sè: — Come si fa? — e ritornò nella saletta da pranzo; ma dopo un momento, dimenticate le sue pene, curiosava di nuovo nel corridoio. La mamma rimetteva nel cassettone e nell’armadio i vestiti e le camicie di quel signore; e ad un tratto si curvò ed estrasse dal baule un quadretto che guardò e poi depose sul marmo del comodino. Allora il bimbo non potè più tenersi: entrò, in punta di piedi, s’avvicinò, guardò: dal quadretto gli sorrisero tre figure; un vecchio dalla lunga barba e dall’aspetto nobile o fiero; una donna di mezza età, rubiconda, coi piccoli occhi azzurri e i capelli tirati come quelli di Rosa, e una giovinetta che rassomigliava a quel signore, così bianca e con la fossetta sul mento.
Incoraggiato dal silenzio della mamma, che continuava ad estrarre oggetti dal baule, Nino domandò!
— Chi è questa bambina? Di chi è?
— Sarà forse la sorella del signor Guidi
— E questo vecchio?
— Sarà suo padre.
— Suo padre? Ah, ah, tu mi fai ridere!
— Perchè, insolente?
— Perchè tutti i padri sono morti.