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e c’era anche il pane, nei canestri; il pane grigio d’orzo per l’ovile, il pane scuro per la serva, il pane bianco per lei; e la farina e la pasta, e i legumi e tutte le provviste che occorrono in una casa per bene: nulla mancava: e in un angolo, tra i due finestrini, c’era infine il giaciglio della serva, un lettino basso di legno tarlato con una rozza coperta di lana grigia e nera che pareva la pelle di una tigre.

Marianna ci si sedette sopra, ricordando tante cose. L’aria fragrante passava da un finestrino all’altro, e si vedeva il cielo azzurro sopra l'Orthobene, con una nuvoletta rossa come un fiore. Voci lontane vibravano nel silenzio, e a lei pareva di sentire ancora le voci della tanca; eppure riviveva nel passato, ricordava il giorno quando suo padre e sua madre l'avevano condotta per mano in casa dello zio, e le avevano fatto vedere le camere, la scala e quella soffitta piena di ogni ben di Dio. Anche allora s’era seduta sul lettuccio, toccando con la manina bruna la coperta ruvida, pensando che non avrebbe più giuocato scalza nella strada, non sarebbe più andata alla fonte, diu