Pagina:Deledda - Le colpe altrui.djvu/212


— 204 —

anche lui giace sotto terra, polvere per tutta l’eternità. Tutto finisce, e Dio solo misericordioso è eterno, col suo paradiso e il suo inferno. Perchè combattere contro la nostra sorte terrena? Accettiamola come penitenza, in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e così sia.

Ella dunque andava, pensando così, andava rassegnata, ma in fondo più triste che lieta, a domandare la mano di Vittoria Zara per suo figlio Mikali.

Non indossava le ricche vesti e non aveva i gioielli delle paraninfe, e in dote a suo figlio le pareva di recare tutto il peso del suo antico peccato e della sua lunga penitenza; ma non ostante il suo senso di rinunzia alla vita, il cuore le si svegliava dentro a misura che gli occhi rivedevano le cose del passato. Ecco il profilo di qualche stazzo sullo sfondo d’oro del tramonto, ecco l’abbeveratoio con l’acqua verdastra che riflette il ciglione coperto di rovi polverosi; ecco le macchie di lentischio e le muriccie erbose tali e quali erano tanti anni prima, nel tempo in cui il mondo le pareva innocente perchè innocente era lei; ecco il campo di Pietrina Zara, la casetta, la quercia, il campanile in fondo...

Pietrina Zara l’aspettava vestita di gala, seduta composta filando accanto alla finestruola sul cui davanzale odorava il basilico; ma quando la vide finse sorpresa e la salutò con un calore inusitato in lei, alzandosi a metà per avvicinare al suo un altro sgabello.