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TESORI NASCOSTI

Avevano detto all’ingegnere Glaus che a mezza costa del Monte Largo c’era una cava di piombo argentifero, una specie di miniera, abbandonata appena al suo inizio per la morte del proprietario: la sua vedova e una sua giovane figlia, abitavano ancora lassù, nella casa che, solo per pochi mesi, ne aveva formato la Direzione; e aspettavano che qualcuno si presentasse a riprendere i lavori di scavo.

Ecco dunque il signor Glaus in viaggio, fermamente deciso a tentare un’ultima speculazione nella piccola isola che lo aveva attirato da lungi come una sirena, e come una sirena lo aveva costantemente ingannato: sebbene, a guardarlo, alto e ossuto come egli era, rosso di capelli e di carnagione, sembrasse uno di quegli uomini di conquista che non fallano mai. Gli occhi, però, per il loro limpido azzurro d’acqua marina, smorzavano d’impeto il suo colore sanguigno, e rivelavano la sua benevola indole.